MONTE LEFRE
CHIESETTA
ALPINA
La chiesetta alpina è realizzata con i materiali della montagna, semplici ma non per questo meno preziosi.
La forma esagonale della base viene esasperata nel tetto, quasi a simboleggiare essa stessa la montagna su cui sorge e la tensione verso l'Altissimo di chi, dentro, vi prega.
Davanti al portone d'entrata si innalza un campanile in sasso che accompagna l'indiscutibile pregio dal lato estetico all'utilità nel richiamare i fedeli.
16 / 05 / 2003
BIENO
CHIESA DI SAN BIAGIO
16 / 06 / 2008
La chiesa di S. Biagio, costruita dove già sorgeva un precedente edificio sacro, è ubicata al di fuori del centro abitato, sulla spianata che si estende ad Est, quasi al limitare del promontorio spartiacque tra il torrente Gallina ed il Lusumina.
Finita di costruire nel 1606 sul luogo dove già sorgeva un precedente edificio sacro, la chiesa di San Biagio, ha un’orientamento quasi canonico, se non fosse per una leggera rotazione dell’asse “ingresso-abside” che è orientato da Ovest-Sud Ovest a Est-Nord Est, la facciata principale è perciò rivolta ad Ovest-Sud Ovest.
L’austero edificio sacro presenta massicce e sobrie forme riconducibili ad un’architettura sacra locale del XVI secolo, la torre campanaria denota un disegno romanico, ingentilita, sulle quattro facce, da bifore a doppia colonnina, esternamente vi sono poi dei portali seicenteschi, anche gli interni sono assai semplici, la loro architettura disadorna non ha particolari riferimenti, e gli altari hanno sapore neoclassico.
L'atteggiamento progettuale si riconosce nei principi del risanamento conservativo, dettati del resto dalla normativa urbanistica vigente, cui l'intervento si è uniformarsi. La proposta ha conservato tutti i segni depositati dalla storia negli interventi di crescita e trasformazione dell’edificio sacro, la storia infatti va assunta come un continuo divenire e l'intervento proposto ha costituito un'ulteriore tappa che si aggiunge nella stratificazione dei segni.
Gli organismi architettonici vanno intesi come qualcosa di vivo, che quindi può essere reinterpretato almeno nelle parti più deboli e meno significative, purché in modo esplicito, senza cadere nella mimesi, con sensibilità e comprensione dei caratteri immanenti.
BIENO
CHIESA DI SAN rocco
16 / 04 / 2015
La chiesa di San Rocco, orientata ad est, sorge a Casetta, soleggiata frazione di Bieno.
Salendo da Strigno per la Provinciale 78 del Tesino, superata la località Bettega, ultimo abitato del Comune di Strigno, a meno di un chilometro, sulla destra orografica del Rio Lusúmina, si trova la frazione di Casetta sul versante soleggiato del monte Tauro a 880 m di altitudine. Il piccolo nucleo storico è costituito da alcuni antichi masi, in gran parte ristrutturati, da un vecchio caseificio e dalla chiesetta dedicata a San Rocco, la cui costruzione è relativamente recente.
Le strutture portanti della chiesa di San Rocco sono in muratura di pietrame intonacata, solo sul prospetto ovest, e a vista. La cappella presenta la facciata principale con due spioventi aperta da un portale architravato, sormontato da una finestra circolare. Ha uno zoccolo in cemento intonacato a sbriccio e finiture ad intonaco sempre a sbriccio mentre gli altri tre prospetti sono in muratura in pietra a vista.
La copertura è costituita da tetto a due falde sulla navata e sul presbiterio e da tetto semiconico sull’abside. Il manto di copertura è in tegole di cemento sulla navata e in scandole sull’abside. Il campaniletto a vela con copertura metallica.
BIENO
CIMITERO DI BIENO
16 / 04 / 2015
Nel 1847 l’antico cimitero, sorto attorno alla chiesa come si usava un tempo, fu restaurato con la chiesa. Successivamente il campo di inumazione fu spostato ad una quota più alta rispetto all’edificio sacro e al sagrato: un’imponente scalinata in granito consente tutt’oggi l’accesso al cimitero, racchiuso da un alto muro di cinta perimetrale in granito. Nel 1988 un progetto modificò l’impianto originario, ampliando il cimitero verso sud ed ovest, con la realizzazione di un nuovo muro di cinta in calcestruzzo il cui basamento esterno è rivestito in granito. Nel 2014 per rispondere alle ultime normative in materia di cremazione è stato progettato e realizzato il primo "Giardino delle rimembranze" del Trentino, con nuovi ossari oltre alle sistemazioni ed adeguamenti della cappella mortuaria, ala restauro del monumento dei caduti, alle nuove pavimentazioni in cubetti di porfido e lastre in granito e alla nuova illuminazione,
STRIGNO
CAMPANILE DI STRIGNO
15 / 10 / 2002
L'intervento in oggetto si rende necessario viste le precarie condizioni statiche in cui si trova la struttura della copertura. Anche la funzionalità propria della copertura è seriamente compromessa. Sono presenti infiltrazioni di umidità all'imposta del pinnacolo (visibili sia all’interno che all'esterno della torre).
Si renderà necessario installare un ponteggio molto impegnativo dal punto di vista economico, a causa della notevole altezza del manufatto. Negli anni '50 erano stati eseguiti altri lavori di manutenzione della copertura e delle campane, per i quali si era realizzato un ponteggio a partire dalle bifore poste a metà altezza della torre. A causa del nuovo quadro normativo di settore (D.L. 494) e viste le condizioni statiche della torre, quasi sicuramente si renderà necessario costruire un ponteggio con appoggio stabile al terreno e dotato di ascensore montacarichi.
I lavori riguardano la sostituzione del tavolato e del manto di copertura in scandole di larice e il restauro dell'orditura minuta e portante con consolidamento dei nodi strutturali mediante eventuale inserimento di barre in acciaio o fibre in vetroresina (materiale con caratteristiche più simili al legno) e iniezioni di resine epossidiche, dove il semplice consolidamento con assi e travi in legno non sia possibile.
STRIGNO
RISANAMENTO DELLA SEDE DECANALE
16 / 04 / 2007
L’Amministrazione diocesana, attraverso il Consiglio parrocchiale del decanato, ritiene urgente la ridefinizione e il recupero degli spazi disponibili nell’edificio per renderli adeguati in primo luogo alle esigenze attuali della popolazione e, in seconda battuta, alle normative vigenti. L’operazione di riqualificazione della canonica avviene nell’ambito di una riorganizzazione generale della
disponibilità immobiliare della parrocchia. La proprietà decritta si divide in tre edifici e costituisce fisicamente uno unico blocco che dovrà essere separato per ottimizzare le risorse finanziarie ed indirizzarle interamente al recupero dell’edificio principale (ex canonica). Le condizioni attuali della canonica sono del tutto insoddisfacenti infatti oramai da molti anni non ha subito praticamente nessun intervento di adeguamento o modifica. L’esigenza di rendere disponibile l’intero volume per le attività svolte in parrocchia e per residenza del decano consigliano di intervenire su tutto il volume dell’edificio in modo tale da recuperare anche quegli spazi che oggi non sono utilizzabili a causa dell’avanzato degrado. La canonica si colloca in un settore del paese che ha subito, negli ultimi anni, una modificazione vistosa. In questa zona si addensano molti servizi pubblici come la nuova biblioteca comunale, l'asilo, la scuola elementare ed il parco pubblico, che hanno contribuito a dare una risposta puntuale alle diverse esigenze della cittadinanza. Si tratta non solo di unificare ma anche razionalizzare tutte quelle attività che oggi ed in futuro saranno promosse dalla parrocchia. In conclusione si tende a soddisfare una esigenza primaria della popolazione di Strigno e dei paesi limitrofi dal punto di vista sociale e religioso.
CARZANO
restauro e SPOSTAMENTO CAPITELLO DEL ss.REDENTORE
02 / 10 / 2017
Il capitello dedicato al Santissimo Redentore sorge a nord dell’abitato di Carzano, su uno stretto tornante. Il Capitello del Crocifisso detto anche del Redentore venne costruito in muratura con ricercate modanature del 1904, vicino al luogo dove un tempo c’era la chiesa di Santo Stefano, la prima di Carzano, demolita nel Settecento al tempo dell’imperatore Giuseppe II.
Il capitello venne dedicato “AL / SS REDENTORE / CARZANO / 1904 “ come recita la lapide di marmo posta alla base dello stesso. Una cancellata di ferro battuto, con motivi a ricciolo, protegge la nicchia che fino agli anni Settanta ospitava un grande Crocefisso ligneo gardenese d’inizio secolo (XX), rubato nottetempo e subito rimpiazzata con l’attuale, sempre di bottega gardenese ma di dimensioni più piccole, dagli abitanti del quartiere. L’edicola votiva del Crocifisso, con pianta quadrangolare, tetto a due falde particolarmente ripide e alto zoccolo in muratura sul quale è posta la lapide con iscrizione, presenta il fronte principale unicamente caratterizzato dall’ampia apertura ad arco a tutto sesto con semplice contorno in mattoncini di cotto, stretta tra le due lesene angolari decorate a finti conci. Accanto al capitello si erge una gigantesca Sophora Japonica centenaria, sicuramente coeva.
Catastalmente individuata dalla p.ed. 84/5, l’edicola è oggetto di tutela ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. N. 42 d.d. 22 gennaio 2004 Codice dei Beni culturali e del Paesaggio. Si tratta di un’architettura semplice e spontanea che esprime una profonda religiosità popolare, testimonianza culturale e figurativa legata alla capillare diffusione religiosa e devozionale particolarmente significativa nella storia locale. Il Capitello, che esercita una grande forza che suggestiona e colpisce l’animo, è caratterizzato da un semplice volume a capanna, intonacato di bianco che gli conferisce un’aria austera e silenziosa. Il manufatto è posto a livello della strada ed i muri che lo costituiscono sono realizzati in sassi intonacati. L'architettura si ispira, pur in maniera naif, a modelli gotici, con cuspide acuta, muratura con finto bugnato, arco a tutto sesto sottolineato con mattoncini. Lo zoccolo di basamento è suddiviso in tre specchiature; in quella centrale è collocata la lapide e un'elemosiniera. La nicchia è chiusa da un cancello in ferro battuto, applicato dopo il furto. La nicchia stessa presenta tracce di una coloritura originale, attualmente coperta da più mani di scialbo e tinta bianca, così come nelle specchiature delle pareti laterali esterne si intravedono le tracce di tinte originali. Il manufatto si presenta in un pessimo stato di conservazione per la fatiscenza degli intonaci esterni, che risultano danneggiati nelle porzioni corrispondenti al basamento, a causa dell'esposizione agli agenti atmosferici, per l'umidità di risalita con l'addossamento di cumuli di neve, nonché per gli interventi di manutenzioni succedutisi nel corso degli anni, con tinteggiature e ripristini cementizi dell'intonaco. La crescita della grande pianta ha contribuito alla proliferazione di biodeteriogeni di vario genere che infestano completamente il tetto, realizzato con piastre di calcestruzzo, e l'intonaco della parete posteriore, la quale è l'unica insieme alla cuspide che sembra presentare la finitura originale, pur essendo dilavata e aggredita da microrganismi. Caratteristiche architettoniche
Capitello impostato su pianta rettangolare con uno sviluppo volumetrico parallelepipedo di ridotta elevazione. La struttura, sorretta da un basamento è realizzata in muratura intonacata e scialbata di color bianco/panna, finti conci in intonaco sorreggono un arco a tutto sesto in mattoni a vista. Al piede dell’Edicola si trova una lastra in pietra con dedica “AL SS. REDENTORE – CARZANO 1904” Il tettuccio è in cemento a due falde.
Di seguito sono elencate le operazioni che si propongono, i materiali ed i tempi per eseguire e portare a termine la rimozione, il ricollocamento e il parziale restauro del manufatto:
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Preparazione del supporto murario per la successiva fase di iniezioni mediante il rinzaffo prevenivo, il fissaggio delle cannule da iniezione nelle parti visibili della muratura in pietra e la perforazione della muratura per il raggiungimento del numero idoneo.
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Consolidamento della muratura “a sacco” in pietrame, con intonaci, mediante fornitura e posa in opera per iniezione di malte a base di calce idraulica additivate con fluidificanti e polveri di marmo o appositi prodotti per iniezioni a controllato contenuto di sali a scelta e su indicazione D.L., a bassa viscosità, iniettate dal basso verso l'alto, dai lati verso il centro del paramento, a percolazione o con macchine a bassa pressione sino a rifiuto della muratura mediante appositi boccagli , mediamente n° 4 per m², inseriti utilizzando le cavità presenti nei giunti o praticando i fori con trapani elettrici a sola rotazione il cui diametro sia superiore ai 20 mm.
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Taglio della muratura in pietra a circa 15 cm sotto il livello della base e ai lati del capitello, con successivo inserimento di lamiera nera da 10 mm e la saldatura di ferri a L da 100 mm Questa operazione prevede l’esecuzione dello scavo del perimetro per mettere a nudo le fondazioni dell’Edicola, che verranno rimosse in due tempi, per l’inserimento di due lamiere in acciaio, che formeranno la base dell’imbragatura necessaria per il sollevamento del capitello.
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Fornitura ed assemblaggio di imbragatura in acciaio per il sollevamento del capitello, formata da angolari in ferro a L da 100x50x10 posizionati lungo i quattro angoli e collegati tra loro da ferri a U da 40x20, saldati agli angolari con interasse di 500 mm (come da disegno allegato). Si eseguirà inoltre la centinatura della nicchia e la protezione degli intonaci che fanno da contorno all’aperture, mediante l’utilizzo di gommapiuma.
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Fornitura e posa in opera di conglomerato cementizio a prestazione garantita secondo le norme UNI EN 206-1, UNI 11104 in conformità al DM 14/09/2005 con classe di esposizione X3 e resistenza caratteristica minima Rck 35, confezionato a macchina per opere di qualsiasi tipo, forma ed a qualsiasi piano, previo scavo a sezione obbligata per la formazione del nuovo basamento.
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Sollevamento e spostamento dell’Edicola Sacra mediante l’utilizzo di autogru idonea in luogo concordato con la D.L..
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Ricollocamento del capitello nella sede stabilita dalla DL mediante l’utilizzo di autogru. L’Edicola Sacra verrà posizionata su idonea fondazione collegata da connettori in acciaio.
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Fissaggio della struttura al basamento mediante la perforazione della muratura e della fondazione con l’inserimento di connettori fissati con resina epossidica. Successivamente verrà rimossa l’imbragatura in acciaio;
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Sistemazione di intonaci a calce, mediante il tamponamento delle lacune e la riequilibratura tonale degli intonaci.
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Rimozione della copertura in cemento e rifacimento della stessa con orditura in legno e manto in scandole di larice.
CARZANO
restauro e SPOSTAMENTO CAPITELLO DEL ss.REDENTORE
02 / 10 / 2017
Il capitello dedicato al Santissimo Redentore sorge a nord dell’abitato di Carzano, su uno stretto tornante. Il Capitello del Crocifisso detto anche del Redentore venne costruito in muratura con ricercate modanature del 1904, vicino al luogo dove un tempo c’era la chiesa di Santo Stefano, la prima di Carzano, demolita nel Settecento al tempo dell’imperatore Giuseppe II.
Il capitello venne dedicato “AL / SS REDENTORE / CARZANO / 1904 “ come recita la lapide di marmo posta alla base dello stesso. Una cancellata di ferro battuto, con motivi a ricciolo, protegge la nicchia che fino agli anni Settanta ospitava un grande Crocefisso ligneo gardenese d’inizio secolo (XX), rubato nottetempo e subito rimpiazzata con l’attuale, sempre di bottega gardenese ma di dimensioni più piccole, dagli abitanti del quartiere. L’edicola votiva del Crocifisso, con pianta quadrangolare, tetto a due falde particolarmente ripide e alto zoccolo in muratura sul quale è posta la lapide con iscrizione, presenta il fronte principale unicamente caratterizzato dall’ampia apertura ad arco a tutto sesto con semplice contorno in mattoncini di cotto, stretta tra le due lesene angolari decorate a finti conci. Accanto al capitello si erge una gigantesca Sophora Japonica centenaria, sicuramente coeva.
Catastalmente individuata dalla p.ed. 84/5, l’edicola è oggetto di tutela ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. N. 42 d.d. 22 gennaio 2004 Codice dei Beni culturali e del Paesaggio. Si tratta di un’architettura semplice e spontanea che esprime una profonda religiosità popolare, testimonianza culturale e figurativa legata alla capillare diffusione religiosa e devozionale particolarmente significativa nella storia locale. Il Capitello, che esercita una grande forza che suggestiona e colpisce l’animo, è caratterizzato da un semplice volume a capanna, intonacato di bianco che gli conferisce un’aria austera e silenziosa. Il manufatto è posto a livello della strada ed i muri che lo costituiscono sono realizzati in sassi intonacati. L'architettura si ispira, pur in maniera naif, a modelli gotici, con cuspide acuta, muratura con finto bugnato, arco a tutto sesto sottolineato con mattoncini. Lo zoccolo di basamento è suddiviso in tre specchiature; in quella centrale è collocata la lapide e un'elemosiniera. La nicchia è chiusa da un cancello in ferro battuto, applicato dopo il furto. La nicchia stessa presenta tracce di una coloritura originale, attualmente coperta da più mani di scialbo e tinta bianca, così come nelle specchiature delle pareti laterali esterne si intravedono le tracce di tinte originali. Il manufatto si presenta in un pessimo stato di conservazione per la fatiscenza degli intonaci esterni, che risultano danneggiati nelle porzioni corrispondenti al basamento, a causa dell'esposizione agli agenti atmosferici, per l'umidità di risalita con l'addossamento di cumuli di neve, nonché per gli interventi di manutenzioni succedutisi nel corso degli anni, con tinteggiature e ripristini cementizi dell'intonaco. La crescita della grande pianta ha contribuito alla proliferazione di biodeteriogeni di vario genere che infestano completamente il tetto, realizzato con piastre di calcestruzzo, e l'intonaco della parete posteriore, la quale è l'unica insieme alla cuspide che sembra presentare la finitura originale, pur essendo dilavata e aggredita da microrganismi. Caratteristiche architettoniche
Capitello impostato su pianta rettangolare con uno sviluppo volumetrico parallelepipedo di ridotta elevazione. La struttura, sorretta da un basamento è realizzata in muratura intonacata e scialbata di color bianco/panna, finti conci in intonaco sorreggono un arco a tutto sesto in mattoni a vista. Al piede dell’Edicola si trova una lastra in pietra con dedica “AL SS. REDENTORE – CARZANO 1904” Il tettuccio è in cemento a due falde.
Di seguito sono elencate le operazioni che si propongono, i materiali ed i tempi per eseguire e portare a termine la rimozione, il ricollocamento e il parziale restauro del manufatto:
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Preparazione del supporto murario per la successiva fase di iniezioni mediante il rinzaffo prevenivo, il fissaggio delle cannule da iniezione nelle parti visibili della muratura in pietra e la perforazione della muratura per il raggiungimento del numero idoneo.
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Consolidamento della muratura “a sacco” in pietrame, con intonaci, mediante fornitura e posa in opera per iniezione di malte a base di calce idraulica additivate con fluidificanti e polveri di marmo o appositi prodotti per iniezioni a controllato contenuto di sali a scelta e su indicazione D.L., a bassa viscosità, iniettate dal basso verso l'alto, dai lati verso il centro del paramento, a percolazione o con macchine a bassa pressione sino a rifiuto della muratura mediante appositi boccagli , mediamente n° 4 per m², inseriti utilizzando le cavità presenti nei giunti o praticando i fori con trapani elettrici a sola rotazione il cui diametro sia superiore ai 20 mm.
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Taglio della muratura in pietra a circa 15 cm sotto il livello della base e ai lati del capitello, con successivo inserimento di lamiera nera da 10 mm e la saldatura di ferri a L da 100 mm Questa operazione prevede l’esecuzione dello scavo del perimetro per mettere a nudo le fondazioni dell’Edicola, che verranno rimosse in due tempi, per l’inserimento di due lamiere in acciaio, che formeranno la base dell’imbragatura necessaria per il sollevamento del capitello.
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Fornitura ed assemblaggio di imbragatura in acciaio per il sollevamento del capitello, formata da angolari in ferro a L da 100x50x10 posizionati lungo i quattro angoli e collegati tra loro da ferri a U da 40x20, saldati agli angolari con interasse di 500 mm (come da disegno allegato). Si eseguirà inoltre la centinatura della nicchia e la protezione degli intonaci che fanno da contorno all’aperture, mediante l’utilizzo di gommapiuma.
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Fornitura e posa in opera di conglomerato cementizio a prestazione garantita secondo le norme UNI EN 206-1, UNI 11104 in conformità al DM 14/09/2005 con classe di esposizione X3 e resistenza caratteristica minima Rck 35, confezionato a macchina per opere di qualsiasi tipo, forma ed a qualsiasi piano, previo scavo a sezione obbligata per la formazione del nuovo basamento.
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Sollevamento e spostamento dell’Edicola Sacra mediante l’utilizzo di autogru idonea in luogo concordato con la D.L..
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Ricollocamento del capitello nella sede stabilita dalla DL mediante l’utilizzo di autogru. L’Edicola Sacra verrà posizionata su idonea fondazione collegata da connettori in acciaio.
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Fissaggio della struttura al basamento mediante la perforazione della muratura e della fondazione con l’inserimento di connettori fissati con resina epossidica. Successivamente verrà rimossa l’imbragatura in acciaio;
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Sistemazione di intonaci a calce, mediante il tamponamento delle lacune e la riequilibratura tonale degli intonaci.
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Rimozione della copertura in cemento e rifacimento della stessa con orditura in legno e manto in scandole di larice.
MONTE TAURO
Progetto di ricostruzione della chiesetta costruita dal Battaglione venezia - 84° Fanteria di montagna in località Piani del Tauro nel 1916
CHIESETTA ALPINA
02 / 10 / 2017
BIENO
restauro SCULTURA LIGNEA POLICROMA
S.BIAGIO
16 / 09 / 2007
La scultura è costituita da un massello principale a cui sono aggiunti più masselli, probabilmente eseguito con legno di conifera, almeno così appare dai piccoli frammenti di supporto originale a vista e dalla segnatura resinosa della policromia in corrispondenza dei nodi. Il supporto ad una prima analisi ottica si presenta nella maggior parte dell’opera in discrete condizioni, nella zona del basamento tuttavia si è concentrato un attacco biodeteriogeno consistente tale da pregiudicare in futuro la stabilità dell’opera, anche per le lacune di supporto che si sono create.
Dalla tipologia della rosura si potrebbe ipotizzare la presenza di insetti xilofagi della famiglia dei lictidi, e dalla inconsistenza della rosura stessa.
Nella parte retrostante sono visibili i segni della tavola di tamponamento applicata dopo lo svuotamento della parte centrale del supporto, tale operazione ha salvaguardato l’opera da movimenti evidenti dell’intero massello principale.
L’uso di chiodi in legno o cavicchi utilizzati per il fissaggio dei pannelli aggiuntivi , ha permesso lo sviluppo di attacchi biodeteriogeni localizzati anche nella parte superiore.
BARISCIANO (AQ)
COSTRUZIONE CHIESA DI VILLA DI MEZZO
In due giorni di lavoro, fatti di 24 ore totali di applicazione, i valsuganotti della ditta Tomaselli di Strigno, con l'aiuto di un gruppo Nuvola del basso trentino, hanno messo in piedi la struttura in legno della chiesetta di Picenza, a pochi chilometri da L'Aquila, su progetto dell'architetto Andrea Tomaselli.
01 / 03 / 2010
CASTELLO TESINO
L'intervento prevede l'installazione di un impianto di illuminazione a servizio del cimitero di Castello Tesino. L'intervento interessa l'intero sito e comprende diverse fasi: la posa delle condutture, dei corpi illuminanti, il cablaggio elettrico, le regolazioni e collaudo finale.
RIQUALIFICAZIONE DELL'IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DEL CIMITERO
16 / 03 / 2020